mercoledì 6 marzo 2013

La pastiera di maccheroni per quanti modi di fare e di rifare


Come faccio a parlare di questa pastiera senza farvi vedere l'Ammendolara,
altre foto le trovate qui,
insieme alla preparazione della sugna,
un ingrediente fondamentale per questo dolce e per tutte le pizze di Pasqua di casa mia,
...la prepara mia madre e me la manda per posta....
mi sono conservata il fondo di un barattolo dall'anno scorso per fare in anticipo questo dolce
 "Per quanti modi di fare e di rifare"
i nuovi barattoli sono gia` pronti ed arriveranno prima di Pasqua
...vorrei farmi spedire anche un po di quella terra generosa,
Vesuviana
dove questo dolce ha origine.
I miei nonni abitavano in cima a queste scale,
al piano terra c'era la cucina con un vecchio camino sempre acceso e fuori un piccolo forno, per fare il pane, una volta al mese e le pizze per Pasqua.



E` il palazzo dell'Ammendolara edificato sui resti di una antica villa romana......di cui rimangono
mura e qualche moneta.....
Erano contadini, albicocche: le pellicchielle di Somma
ed i pomodori quelli del "piennolo"
Mio nonno era analfabeta, mia nonna sapeva leggere e scrivere e far di conto.
La casa e la terra era la loro, hanno sempre lavorato,
crescevano cosa mangiavano e vendevano il di più.
Sulla loro tavola non mancavano mai le "percoche" nella giarra di vino nuovo ed i fichi in autunno.
Tre vecchissimi sorbi fanno ancora le sorbe per l'Inverno
e  c'erano le legnasante e le lazzarole di cui ero ghiotta da bambina.
Le serate si passavano a ricamare corredi a lume di candela.
Nonostante i quattro alberi di ulivo, non hanno mai fatto l'olio,
per cucinare si faceva la sugna, dal maiale cresciuto tutto l'anno.
Le uova delle loro galline le conservavano per averne tante da fare i dolci a Pasqua.
La pasta e le altre cose che servivano in casa si compravano da Devita l'unica drogheria del paese,
ci si andava a piedi per lagni, cupe e strade sterrate.
La strada percorribile con l'automobile l'hanno fatta nel 1969, in occasione della promessa di matrimonio di mia madre....
Prima, mio nonno attaccava il cavallo al calesse ed andava a vendere sui mercati,
 a Portici, a Napoli ......
La pastiera di maccheroni la faceva sua madre e l'ha insegnata a mia nonna.........

Pastiera di maccheroni
250g capellini
1/2l latte
500g zucchero
6 uova
50g sugna 
50g pezzetti di cedro canditi
sale
acqua di fiori d'arancio
sugna e farina per la teglia


Si bollono gli spaghettini nell'acqua poco salata e si scola l'eccesso di acqua lasciandone tanta da coprirli.
 Alla pasta si aggiunge il latte, la sugna, lo zucchero ed infine le uova sbattute, i canditi e l'acqua di fiori d'arancio.
Si cucina la pastiera in una teglia capiente unta di sugna e spolverata di farina.....1h a 200 gradi


Giuro ho provato a farla piccola...
 ma pur dimezzando le dosi....
ho dovuto usare una tortiera da 35cm...stracolma
trattasi anch'essa di una teglia storica appartenuta a mia nonna e forse a sua madre... 
E` di rame stagnato ed e` la più vecchia e la più piccola che possiedo ne ho altre di varie misure, 
ma tutte per famiglie allargate. 
Sono delle teglie fantastiche fatte a mano e usurate dall'uso, 
si portano dal "rammaro" che le ripara e le lucida e le fa come nuove, che prima non si buttavano mica via i vecchi tegami...
Quando ero piccola c'era vicino casa mia un "rammaro" che le martellava e le stagnava...un vecchio senza eta` di cui ho un ricordo vivissimo.....
.....erano teglie fatte per generose bocche di forni a legna...
....per santificare i giorni di festa....
qualcuna passa a stento nel mio forno di casa....
si possono comprare ancora oggi nei Paesi Vesuviani....


Ci si può perdere in questa delizia....
e mi ci perdevo da bambina aspettando di "sciogliere la Gloria" il Sabato Santo.


Non si puo` ricostruire il palazzo dell'Ammendolara.
 Il terremoto dell'1980 ha dato un colpo di grazia ad un fragile equilibrio inziato nel 1600...
Nell'ultimo trentennio qualcosa si e` rotto, irrimediabilmente.
Si dovra` aspettare una nuova civilta` che edifichi sulle macerie....
......in cerca del bello.....
Recentemente una persona saccente, pensando di offendermi,
mi ha detto che sono "una donna Italiana di 3 generazioni fa"
diciamo che
voglio diventare una vecchia arzilla che insegna la pastiera di maccheroni ai suoi nipoti...
......in qualsiasi parte del mondo io sia...


Le catene sono bandite dal mio blog....e dalla mia vita....
 e non partecipo volentieri a contest,  premi e quant'altro. 
Non ho il tempo di seguirli e qualche volta che
che ho partecipato non mi sono divertita...
e` già troppo stressante la vita per complicarsela di più con ansie da prestazione e concorsi a premi.
Nonostante ciò "Quanti modi di fare e di rifare" mi piace molto, 
mi piace lo stile scanzonato dell'iniziativa,
 il fatto di ritrovarsi  a cucinare insieme con esperienze e  filosofie di vita diverse, 
per il piacere di farlo e di condividere.
Ringrazio Anna ed Ornella dell'organizzazione perfetta che hanno messo su e dell'infinita pazienza con tutte noi quantiste.
Le ringrazio per aver scelto la ricetta di mia nonna per questo appuntamento.

Voglio partecipare stavolta con questa "Pastiera di maccheroni" anche ad un altra iniziativa, 
che mi sta simpatica e che mi sembra stia su questa stessa lunghezza d'onda..


il LinkyParty del mercoledi` ed oggi e` appunto mercoledi` di Vitafrugale con "La cucina di una volta"

36 commenti:

  1. Buon giorno Francesca e ben ritrovata!
    Oggi nelle nostre bellissime cucine aleggiano profumi fioriti ed deliziosi aromi pasquali!
    Che meraviglia la tua Pastiera di maccheroni, grazie per l'ospitalità e per averla condivisa e preparata con noi!
    Colgo l'occasione per augurare a te e famiglia una buona Pasqua.
    Ti ricordo il prossimo appuntamento, da non mancare assolutamente, del 6 di aprile con gli Strangula prievet' di Spery.
    Un abbraccio
    Cuochina

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  2. bellissime foto e che bella storia, la tua ricetta è veramente buonissima, non sono un'amante della pastiera ma in casa ho fatto un successone!!! Un bacio

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  3. Un post stupendo, cara Francesca, me lo sono letto tutto d'un fiato....con i lucciconi agli occhi....sei una grande donna e il fatto che ti abbiano detto che sei una donna italiana di 3 generazioni fa deve essere per te solo motivo di orgoglio! credimi....devi vantarti, di questi tempi è solo una caratteristica da tenere a cuore!!

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  4. Ciao Francesca, questa è una delle volte in cui rimpiango di non partecipare più ma, come ti ho già detto, questa la voglio fare e rifare e rifare ancora, buona giornata :-)

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  5. Dimenticavo, ho letto e condivido, è da essere orgogliosi di essere definite di 3 generazioni fa ;-)

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  6. Grazie Francesca, per questa bella ricetta, per i bei ricordi, la bella storia, le belle foto... insomma, per tutto il post ^_^
    Un'abbraccio Helga

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  7. Io ti ringrazio perchè mi hai dato la possibilità di fare un dolce che non conoscevo, io sono marchigiana e per Pasqua abbiamo tutto un altro tipo di dolci e preparazioni, e soprattutto grazie per aver condiviso cn noi tutte i tuoi ricordi!!!
    Un bacione e buona Pasqua.

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  8. ciao Francesca, hai scritto belle parole, sulla tua famiglia, la tua vita, i luoghi dove hai vissuto e che hai amato, grazie anche per la pastiera

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  9. che bel racconto, e la foto della casa abbandonata :-)
    Grazie per questa ricetta, in effetti a vedere la tua foto forse dovevo lasciarla in forno 10 minuti in più, infatti quando l'ho sfornata si sentiva ancora un po' di odore di uovo, la prossima volta non sbaglierò, perchè ci saranno sicuramente altre volte :-)

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  10. noooo Francy!!!!!
    e io che pensavo fosse una battuta la pastiera di maccheroni!!!! e invece è una meravigliosa reminiscenza dei tempi che furono e che mai bisognerebbe perdere di vista!! così saremo tutte delle vecchiette arzille che tramandano i rimpianti sapori dell'infanzia ad una gioventù che non ci sta a sentire!! ^_^
    baci

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  11. Bella anche la tua versione.... e il racconto poi! Si vede proprio che ami le tue origini! Bravissima!

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  12. bellissimo post! peccato per il palazzo! buone le giuggiole a chi lo dici :D non avevo mai fatto questa pastiera però l'ho mangiata, ottima! ciaoooo

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  13. Bellissimo racconto rispecchia la vita dei nostri nonni anche da me era un ambiente simile al tuo.
    Quel casale esiste ancora adesso? bello
    Stupende le foto e la ricetta, un abbraccio Rosita

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    1. Rosita putroppo e` come si vede nella foto ....un cumulo di macerie....mi ricordo da piccola quando era in buono stato....e pieno di fiori!

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  14. Che bella ricetta... e che bei ricordi.
    Un saluto

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  15. Buongiorno Francesca! grazie per questa ventata di buone antiche tradizioni, da quando abbiamo sigillato il forno a legna i preparativi di Pasqua non sanno più dello stesso sapore!

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  16. Bravissima! Sono anche io dell'idea che certe tradizioni devono rimanere. Sei fortunata. I ricordi devono rimanere e possibilmente essere tramandati. Non mi va di vivere in un mondo ottuso dove si deve guardare solo al futuro. Grazie per la tua condivisione di ricordi. Baci

    http://lemilleunapassione.altervista.org/

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  17. La tua versione non poteva che essere perfetta,ma i ricordi che hai aggiunto la rendono molto particolare e speciale!!

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  18. Dio che fame a vedere quella pastiera!!!! Ha un aspetto stupendo!

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  19. Leggendo il tuo post mi hai commossa.
    Grazie per aver condivo questi pezzi della tua vita e questa ricetta dei tuoi nonni.
    Complimenti di cuore.

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  20. Grazie a te cara, sei stata una splendida padrona di casa. Grazie anche per tutto quello che ci hai raccontato, di te e delle tue origini. La pastiera e i tuoi ricordi sono diventati patrimonio del nostro gruppo dei quantisti.
    Eccellente anche la pastiera odierna.
    Un abbraccio

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  21. Mi hai fatto commuovere, grazie di questa condivisione profonda, grazie perchè visto l'avvicinarsi della festa della donna ci sono donne che vogliono trasmettere i valori, quelli veri, quelli poveri ma che ci fanno tanto ricchi, quelle che non si sprecano a parole ma che fanno i fatti, non conoscevo questa ricetta ma la trovo splendida anche per il carico di amore e tradizione che porta, un bacione

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  22. Ti ringrazio di avermi fatto conoscere questa buona ricetta e di aver condiviso i tuoi ricordi ciao ciao

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  23. Ciao Francesca quanta tenerezza e quanta nostalgia c'è nel tuo racconto, di qualcosa che non c'è più ma è ben radicato nel tuo cuore. Ti ringrazio davvero tanto per avermi insegnato questo dolce e messo la curiosità di provare ricette simili della tua bella terra di origine. Ti abbraccio e ti auguro di cuore di diventare come vuoi essere: avrò il piacere di frequentarti nel tempo con affetto e allegria. A presto

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  24. Cara Francesca,
    sei in buona compagnia anch'io sono almeno di tre generazioni fa...
    Ho condiviso con piacere la tua ricetta pensando con affetto ai tuoi nonni, sebbene sconosciuti, ma che un poco rivedevo nei miei con le nostre tradizioni.
    Sono fortunata, una nonna ce l'ho ancora e il Braccio destro può godere dei racconti della bisnonna.
    Ma che bella la tua pastiera e la tua teglia!!!
    Un abbraccio e buona Pasqua!

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  25. Cara Francesca non basta che ci hai regalato una ricetta stupenda...leggendo il tuo bellissimo post mi sono anche emozionata! Che bei ricordi, peccato solo che quei luoghi stupendi siano andati tutti in rovina.
    C'è da essere fiera ad essere una donna italiana di 3 generiazioni fa..una grande ricchezza per figli e nipoti! Un abbraccio e peccato per i friarielli..sono proprio buongustai i vostri "visitatori" :-D

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  26. Ciao, Francesca. Con grande piacere ho finalmente ritrovato tracce della tua vita e del tuo modo di esserci( ogni giorno speravo di trovarvi sul blog, ho sentito la tua mancanza). Anche questa volta mi hai deliziato con le tue parole (preziosissime come perle perchè ricche di affetto per la tua famiglia e di nostalgia per la tua storia che ci hai comunicato con tenerezza).Anche le immagini della tua casa e dei tuoi fiori casalinghi sono sempre stupendi.Grazie di cuore per tutto Spero di trovare sempre tue tracce perchè mi danno serenità.Complimenti per tutto. A presto Daniela.

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  27. Grazie, grazie di questa ricetta del cuore, di volerla condividere con noi...è stato un onore, e grazie di questo bellissimo post da cui traspare tutto l'amore che hai per la tua famiglia e per la tua terra... un bacione grande grande!
    E' stato bellissimo provare questa magica ricetta!

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  28. questa pastiera è una gioia per il cuore e per gli occhi oltre che per il palato, mangiare una cosa così piena di amore e di passione riempie di gioia....belle immagini Francesca: grazie
    Sandra

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  29. Ciao, eccomi qui, col commento di cui sopra :-D Volevo dirti che, ispirata dalla tua pastier ho fatto un esperimento salato con un avanzo di minestra d'orzo e fagioli,è piaciuta molto, non sono riuscita a fare le foto dell'interno perchè sai che a casa ho il topolino goloso :-)
    Buona domenica :-)

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  30. Me encanta luce muy bonita y exquisita lindos recuerdos lo haré pronto,abrazos y abrazos.

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  31. che bello questo tuo post....quello che scrivi mi tocca profondamente, la vita dei tuoi nonni e con quanta semplicità affrontavano giorno dopo giorno la loro esistenza, simile a quella di tanti nonni, dei mie nonni che ho poco conosciuto ma che ho conosciuto bene dai racconti dei miei genitori....e poi mi sento vicina alla tua notalgica voglia della tua terra e con tanto amor le dedichi uno dei piatti speciali tanto speciale da conquistarmi. Io conosco la pastiera con il grano ma non ho mai sentito parlare di questa pastiera se non da una collega portoghese che utilizzano gli spaghettini per i loro dolci.

    la foto con le due piantine grasse é bellissima :) e grazie infinite per quello che scrivi Francesca, e speriamo che la neve ci salvi...io non ne posso più :) un'abbraccio

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  32. Cara Francesca, grazie infinite di aver partecipato al party! Il tuo post è un meraviglioso tuffo nel passato, che mi ispira incredibilmente! Grazie per aver condiviso i tuoi ricordi! Un abbraccio e torna quando vuoi al party!!!

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  33. ciao francesca, bellissima la tua storia di vita. e buonissima la torta! complimenti!

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  34. Il tuo blog mi piace, parla di cose e di luoghi a me familiari.I miei nonni abitavano una casa colonica, o masseria, simile a quella dei tuoi nonni, a Portici dove ora sorge la stazione di Via Libertà. Il maiale, il pane, i pomodori, le percoche, nespole e poi arance, limoni.Andavo con mio nonno al mercato, quello di Portici, per vendere l'esubero di quello che non si consumava. Avevo 4 o 5 anni, guardavo io la bancarella.La gente si ser'viva e mi lasciava i soldi, mentre mio nonno da lontano mi osservava discutendo e bevendo del vino bianco fresco con gli altri commercianti/contadini. Seguiro' il tuo blog, ne animo uno anch'io, in francese poiché vivo oltralpe, parla di cose da mangiare anch'esso, é quello che forse ci resta di quella che era la Campania felix. Speriamo bene.
    carmine formisano

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    1. Carmine fammi sapere quando inizi il tuo in francese....con i traduttori posso leggerlo ed e` bellissimo scambiarsi esperienze e ricordi

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